tag:blogger.com,1999:blog-6526109567324228312.post207172751628787346..comments2022-03-26T22:41:43.929+01:00Comments on Labirinti Pedagogici: L'educatore solitario: nuove prassi di supervisioneAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/17917021482725072231noreply@blogger.comBlogger10125tag:blogger.com,1999:blog-6526109567324228312.post-46359687396093283522012-08-03T20:57:11.419+02:002012-08-03T20:57:11.419+02:00Mi piace che tu abbia colto l'essenza di quest...Mi piace che tu abbia colto l'essenza di questo blog. Il mio intento è proprio quello di condividere, confrontarsi, imparare, cogliere le similitudini, valorizzare le differenze. Il senso di solitudine degli educatori spesso si vive anche all'interno dei gruppi di lavoro se non c'è la comunicazione. <br />Se non c'è la VOGLIA di comunicare.<br />Quando invece se ne sente la necessità non è importante la conoscenza diretta e la distanza - in questo nostro super tecnologico terzo millennio - non è più un problema!Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/17917021482725072231noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6526109567324228312.post-7229342496332125872012-08-03T20:34:13.322+02:002012-08-03T20:34:13.322+02:00Infatti è un atteggiamento che io cerco di coltiva...Infatti è un atteggiamento che io cerco di coltivare dentro di me per usarlo in modo sempre più consapevole. Mi fa piacere vedere che sei d'accordo. Una delle cose belle di questo lavoro è che non si finisce mai di imparare qualcosa su stessi e sugli altri. Ed è bello anche poter ritrovare esperienze simili negli altri, anche lontani, anche sconosciuti..Laura G.noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6526109567324228312.post-32758236068064738052012-08-03T20:06:59.792+02:002012-08-03T20:06:59.792+02:00Eccome se mi è successo! Quando lavoravo con gli a...Eccome se mi è successo! Quando lavoravo con gli adolescenti entravo in comunità - all'inizio del turno che sarebbe durato 24 ore! - felice di farlo! Ero contento di rivedere i ragazzi dopo il giorno di riposo, mi rallegrava pensare a quello che avrei fatto con loro.<br />E questa mia gioia i ragazzi la percepivano e - di riflesso - mi proponevano la loro. Sentivano che io avevo voglia di stare con loro, anche di rimproverarli (o "cazziarli", come dicevamo noi in gergo) perché ero autentico e pensavo nel profondo ciò che dicevo con loro, ciò che facevo con loro e ciò che insieme vivevamo.<br />Altri colleghi entravano in comunità con un atteggiamento diverso: già indispettiti, stanchi o arrabbiati. E come reagivano i ragazzi? Li massacravano!<br />Il modo in cui si pone l'educatore (che come scrivevo in un altro post è il "primo strumento del lavoro educativo") è fondamentale e presentarsi in modo sereno, calmo, positivo crea immediatamente un clima favorevole alla creazione di relazioni educative.<br />E non sei né ingenua né romantica! Devi solo tenere sempre in mente che questo tuo atteggiamento fa parte della tua metodologia di lavoro.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/17917021482725072231noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6526109567324228312.post-74445512934138342402012-08-03T17:24:56.116+02:002012-08-03T17:24:56.116+02:00L'attività di laboratorio servono anche a tran...L'attività di laboratorio servono anche a tranquillizzare il servizio, e a fare bella figura all'esterno. Sai, ripensando a quello che scrivevi nell'articolo volevo dirti che proprio oggi ho avuto l'impressione (ma non solo oggi a dire il vero) che il mio stato psicologico, la mia situazione interiore, abbiano fatto la differenza nel lavoro. Una maggiore serenità, una visione positiva, una calma profonda (anche nei rimproveri), una facilità di sorriso e di lode alla fine possono creare un clima in cui ognuno può stare bene, in cui si può essere felici, tutti, educatori e "ragazzi". Ti è mai successo? Pensi che sia una visione troppo ingenua e romantica?Laura G.noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6526109567324228312.post-89678990603940511442012-08-03T08:28:09.072+02:002012-08-03T08:28:09.072+02:00Mi fa piacere leggere tra le righe la voglia di an...Mi fa piacere leggere tra le righe la voglia di andare avanti e trovare nuovi stimoli e nuovi approcci.<br />Rispetto al cesto intrecciato: anche io ritengono che tutte le attività siano utili, soprattutto la terapia occupazionale, ma - come dici tu - devono essere inserite e trovare la loro ragion d'essere in un progetto.<br />La "pedagogia del cesto intrecciato" è quando l'attività o il laboratorio sono fine a sé stesse, rimangono un retaggio di un progetto obsoleto o dimenticato e non perseguono più nessun obiettivo se non quello di tranquillizzare gli operatori rispetto alla loro professionalità.<br />A volte, in alcuni servizi, il progetto non viene verificato, monitorato o rivalutato e quindi si cade nella routine improduttiva.<br />E purtroppo anche gli ospiti percepiscono questa improduttività...Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/17917021482725072231noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6526109567324228312.post-11989611217994172142012-08-02T23:23:53.373+02:002012-08-02T23:23:53.373+02:00Cerco di fare corsi e di tenere in movimento la fa...Cerco di fare corsi e di tenere in movimento la fantasia. Ho diverse idee e sto cercando il modo migliore di realizzarle. Penso cmq che anche il cesto intrecciato possa trovare la sua ragione d'essere dentro un progetto e, come ti dicevo, dentro un orizzonte di valori. Cerco di lavorare su me stessa per creare dentro di me nuovi approcci verso il lavoro e verso le persone, e nutro ancora la speranza di poter cambiare qualcosa intorno a me.Laura G.noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6526109567324228312.post-89119735410470501372012-08-02T18:08:12.528+02:002012-08-02T18:08:12.528+02:00Credo proprio che la frustrazione peggiore lavoran...Credo proprio che la frustrazione peggiore lavorando con quelle che io chiamo "patologie senza ritorno" sia proprio la mancanza di orizzonti, la difficoltà a vedere un futuro "diverso". Soprattutto in queste sotuazioni è importante fare supervisione: per scaricare la frustrazione e trovare nuovi stimoli, inventarsi nuovi strumenti, progettare nuovi obiettivi. Altrimenti il rischio è di fossilizzarsi nella "pedagogia dei cesti intrecciati". Non riesci a progettare con la tua collega qualcosa di nuovo? Non ti permettono di frequentare qualche corso di aggiornamento?Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/17917021482725072231noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6526109567324228312.post-33203397318550621132012-08-02T16:39:51.176+02:002012-08-02T16:39:51.176+02:00Io lavoro con persone con disabilità intellettiva,...Io lavoro con persone con disabilità intellettiva, adulte, in un centro riabilitativo - residenza sanitaria per disabili. Ho una laurea in pedagogia e il corso triennale della usl. Lavoro da sola con un gruppo di 9 persone per un turno di 6 ore, nell'altro turno c'è la mia collega ma il tempo di scambi tra di noi non è formalizzato ma è lasciato alla buona volontà di ognuno. Lei di solito arriva all'ultimo minuto e di solito ha poca voglia di condividere. Ma quello contro cui davvero lotto ogni giorno è la sensazione della mancanza d'orizzonte: i "miei ragazzi" invecchieranno e moriranno lì, non ci sono al momento reali prospettive di un ritorno ad una vita esterna. Certo non per la maggior parte di loro. Insieme a questo c'è anche il desiderio di guardare alle loro personalità con uno sguardo attento e valorizzante, per non appiattire la loro ricchezza (in cui credo) nell'elencazione di deficit e problematiche.Laura G.noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6526109567324228312.post-48131953218192032272012-08-01T19:44:37.184+02:002012-08-01T19:44:37.184+02:00E qual è la tua esperienza lavorativa? Io ho passa...E qual è la tua esperienza lavorativa? Io ho passato 18 anni in comunità per minori e attualmente mi occupo di interventi educativi domiciliari, spazio neutro e visite protette, tempo famiglia e interventi scolastici.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/17917021482725072231noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6526109567324228312.post-43355883943455259372012-08-01T19:18:47.304+02:002012-08-01T19:18:47.304+02:00A volte io faccio supervisione (o forse si potrebb...A volte io faccio supervisione (o forse si potrebbe anche convisione) con un collega con cui condivido il pendolarismo: mezz'ora di strada in auto, tanti problemi e qualche soddisfazione. Accolgo volentieri la proposta di scambio di riflessioni anche se mi sembra che la tua esperienza lavorativa sia molto diversa dalla mia.<br />Credo che "staccare la spina" sia un gesto fondamentale di cura di sè che alla fine aiuta molto a guardare con occhio distaccato, quindi più limpido, tutta la nostra prassi lavorativa.Laura G.noreply@blogger.com