tag:blogger.com,1999:blog-6526109567324228312.post2642778658393904506..comments2022-03-26T22:41:43.929+01:00Comments on Labirinti Pedagogici: Proteggere l'angolo cieco (The Blind Side)Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/17917021482725072231noreply@blogger.comBlogger6125tag:blogger.com,1999:blog-6526109567324228312.post-26547343589998850722013-02-14T20:53:10.282+01:002013-02-14T20:53:10.282+01:00"Chi segue chi" mi sembra il concetto pr..."Chi segue chi" mi sembra il concetto principale ed è proprio quello su cui riflettervo. Come professionisti siamo naturalmente portati a pensare che l'utente segue noi ma... è davvero così? In una relazione circolare noi educatori apprendiamo dai nostri utenti. <br />Ricordo davvero con passione quanto ho imparato dai miei (nostri, oso dire) ragazzetti di comunità che ci insegnavano in modo magistrale la loro cultura, i loro punti di vista, i loro punti deboli...<br />Credo fermamente nella circolarità della relazione educativa e della comunicazione. <br />Soprattutto perché ho sempre in mente quanto un vecchio supervisore ci ricordava sempre: se abbiamo scelto questo lavoro non è a caso!Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/17917021482725072231noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6526109567324228312.post-12630589585754568052013-02-11T21:19:24.936+01:002013-02-11T21:19:24.936+01:00Grazie Irene per il tuo apprezzamento. Io non sono...Grazie Irene per il tuo apprezzamento. Io non sono certo quello che si può definire un "teorico dell'educazione" perché baso le mie riflessioni principalmente sulle prassi quotidiane. Ritengo che le teorie siano fondamentali ma se non sono associate alla pratica servono a poco. Ecco perché nei miei studi e nelle mie supervisioni cercavo sempre una connessione con la pragmatica quotidiana.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/17917021482725072231noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6526109567324228312.post-61922239011765525312013-02-11T18:13:36.327+01:002013-02-11T18:13:36.327+01:00Alessandro, il tuo post mi è piaciuto molto per co...Alessandro, il tuo post mi è piaciuto molto per come hai trattato il tema, per la potenza della metafora utilizzata e per lo sguardo che volgi all'interazione, a ciò che accade nella relazione e al concetto di reciprocità.<br />Ho sentito l'eco delle teorie di Piero Bertolini nel suo "Esistere pedagogico" e ho trovato ricca la tua connessione con la prassi e con quanto avviene nei luoghi dell'operatività.Irene Aulettahttp://igorsalomone.netnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6526109567324228312.post-62841739231118780642013-02-09T18:09:56.583+01:002013-02-09T18:09:56.583+01:00E' vero! La relazione è reciproca per definizi...E' vero! La relazione è reciproca per definizione e le persone che l'educatore segue danno a loro volta molto di sé indietro...e qui torna la circolarità, anche nel verbo "seguire": chi segue chi? Anche l'utente deve seguire l'educatore: se non c'è reciprocità non c'è rapporto educativo. Sul "senso di protezione", sul fatto che un utente volontariamente cerchi di mettere il proprio educatore "al riparo" da qualcosa... questo a volte disorienta. A volte ci si chiede se c'è qualcosa che si sbaglia (almeno, a me è successo di chiedermelo). In fondo, però, credo proprio che sia così: anche questo aspetto torna indietro in maniera circolare. Come la relazione educativa stessa. MichelaAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6526109567324228312.post-11738934217247988512013-02-09T13:28:10.016+01:002013-02-09T13:28:10.016+01:00Accorgersi che il senso di protezione non è solo n...Accorgersi che il senso di protezione non è solo nostro ma anche del nostro "utente" lascia un po' sgomenti... ma se ci pensiamo bene non è una cosa così strana: la relazione asimmetrica - e tale deve rimanere - è così solo per quanto riguarda la "posizione". è ovvio e giusto che l'educatore sia in una posizione di "superiorità" per quanto riguarda la consapevolezza degli strumenti, ma non bisogna confondere questo aspetto con una "inferiorità" dell'utente. anche lui è portatore di valore, esperienze, conoscenze, qualità... un buon educatore deve essere in grado di riconoscere ciò che l'altro può portarci, insegnarci, regalarci... proprio perché la relazione è circolare: un educatore "insegna" ma "impara".Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/17917021482725072231noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6526109567324228312.post-33583848028522301152013-02-08T22:12:09.383+01:002013-02-08T22:12:09.383+01:00Alessandro, non avevo mai riflettuto a fondo su qu...Alessandro, non avevo mai riflettuto a fondo su questo senso di protezione reciproco, o meglio ancora "circolare" come l'hai definito tu...riflettendo sulla mia esperienza come educatrice mi ci ritrovo davvero. La mia reazione all'articolo: "stimolante" perché personalmente mi stimola la riflessione su un aspetto che finora ho avvertito in diverse occasioni ma forse ho sottovalutato, o ho voluto inconsciamente sottovalutare. Forse perché, come hai scritto tu, la sensazione che sia l'utente a volerti proteggere crea confusione. Sono d'accordo, direi che genera un certo spaesamento ed a volte persino un senso di ineguatezza. MichelaAnonymousnoreply@blogger.com