Uno dei compiti più complessi, a mio parere, di un coordinatore di assistenze domiciliari per minori è l'organizzazione degli orari e l'accoppiamento educatore-utente.
Il primo aspetto è complesso perché questo tipo di intervento normalmemte si svolge al pomeriggio (dopo gli impegni scolastici e prima di cena). Un pomeriggio però è composto al massimo da 5 ore! E non bisogna dimenticare il tempo di spostamemto da un intervento all'altro.
Ma la parte più delicata è proprio la scelta della tipologia di educatore da proporre a seconda della richiesta da parte del servizio e dalla peculiarità del'utente: uomini o donne, giovani o strutturati, con formazione specifica su un disturbo o polivalenti... Cercando di rispondere ai bisogni del servizio inviante ma effettuando un'analiso oggettiva di come noi vediamo questo tipo di intervento.
Proprio perché è peculiarità dell'educatore e del pedagogista progettare l'intervento educativo.
Qualche giorno fa mi sono trovato imbrigliato con un ispettore del lavoro: dovevo riuscire a spiegare perché il ricollocamento di un educatore da un progetto all'altro non è affare semplice.
Ma l'ispettore non parlava il mio linguaggio e di conseguenza faticava a comprendere.
"Immagini una giovane educatrice specializzata nel lavoro con bambini 0-3 anni. Ecco ora mi dica se io posso ricollocarla in un progetto con padri ex-tossicodipendenti o ex-carcerati e posso mandarla a lavorare presso il loro domicilio. Non è come spostarsi dal reparto latticini al reparto macelleria!"
La scelta dell'educatore deve quindi tenere conto delle caratteristiche dell'intervento, della disponibilità oraria dell'operatore, del beneplacito dei servizi, dei bisogni dell'utente... E tutto va "ricollocato" nell'ottica contrattuale!
Il primo aspetto è complesso perché questo tipo di intervento normalmemte si svolge al pomeriggio (dopo gli impegni scolastici e prima di cena). Un pomeriggio però è composto al massimo da 5 ore! E non bisogna dimenticare il tempo di spostamemto da un intervento all'altro.
Ma la parte più delicata è proprio la scelta della tipologia di educatore da proporre a seconda della richiesta da parte del servizio e dalla peculiarità del'utente: uomini o donne, giovani o strutturati, con formazione specifica su un disturbo o polivalenti... Cercando di rispondere ai bisogni del servizio inviante ma effettuando un'analiso oggettiva di come noi vediamo questo tipo di intervento.
Proprio perché è peculiarità dell'educatore e del pedagogista progettare l'intervento educativo.
Qualche giorno fa mi sono trovato imbrigliato con un ispettore del lavoro: dovevo riuscire a spiegare perché il ricollocamento di un educatore da un progetto all'altro non è affare semplice.
Ma l'ispettore non parlava il mio linguaggio e di conseguenza faticava a comprendere.
"Immagini una giovane educatrice specializzata nel lavoro con bambini 0-3 anni. Ecco ora mi dica se io posso ricollocarla in un progetto con padri ex-tossicodipendenti o ex-carcerati e posso mandarla a lavorare presso il loro domicilio. Non è come spostarsi dal reparto latticini al reparto macelleria!"
La scelta dell'educatore deve quindi tenere conto delle caratteristiche dell'intervento, della disponibilità oraria dell'operatore, del beneplacito dei servizi, dei bisogni dell'utente... E tutto va "ricollocato" nell'ottica contrattuale!
Non è un aspetto semplice da considerare, perché ne va dell'efficacia dell'intervento, della sanità mentale dell'operatore e del positivo riscontro da parte dei clienti (che dovranno/non dovranno proporti altre interventi educativi).
Ecco perché un buon coordinatore dovrebbe almeno sapere come funziona il gioco degli scacchi.
Meglio ancora saperci giocare quantomeno discretamente.
Ecco perché un buon coordinatore dovrebbe almeno sapere come funziona il gioco degli scacchi.
Meglio ancora saperci giocare quantomeno discretamente.
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