domenica 13 gennaio 2013

Credo!

 
"Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith Richards. Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa, che viene a prendere l'affitto ogni primo del mese. Credo che ognuno di noi si meriterebbe di avere una madre e un padre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi. Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa. Credo che non sia tutto qua, però prima di credere in qualcos'altro bisogna fare i conti con quello che c'è qua, e allora mi sa che crederò prima o poi in qualche Dio. Credo che se mai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con trecento mila al mese, però credo anche che se non leccherò culi come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose. Credo che c'ho un buco grosso dentro, ma anche che, il rock n'roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stro**ate con gli amici ogni tanto questo buco me lo riempiono. Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddie Merckx. Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un ca**o della vita degli altri."
 
dal film "Radio Freccia" di Ligabue (Luciano Ligabue)
Ecco arrivati al post #100... sembra l'altro ieri quando ho cominciato a scrivere, quando mi sono lanciato in questa avventura...
E quando si arriva a determinato traguardi - piccoli o grandi che siano - è importante fare dei bilanci.
Che non sempre devono essere quantitativi, ma anche qualitativi.
Ed ecco allora quello che io - in questo momento - credo:
 
... Credo che la scrittura sia un percorso per me importante, che mi permette di entrare in contatto con le persone ma - soprattutto - con me stesso.
Credo che in questo periodo storico la politica, l'economia, la religione mi hanno stancato perché sono semplicemente delle gabbie entro cui far stare la gente, per evitare che utilizzino il loro cervello.
Credo che vivere sia bello e che valga la pena, anche davanti ad ogni difficoltà, ricordarsi che abbiamo ricevuto un dono. E che i doni non vanno mai sprecati.
Credo che svegliarsi ogni mattina incavolato perché non ho voglia di andare a lavorare sia un lusso che non posso e non voglio perdere, perché anche la fatica di uscire dal letto è sempre meglio che non avere un motivo per alzarsi.
Credo che alcune volte la filosofia e la ricerca spasmodica del significato siano un'esagerazione e che sia meglio semplificare, prendere le cose come vengono e non esagerare nella ricerca. Ma solo alcune volte.
Credo che spesso la verità sia davanti ai nostri occhi, ma che siamo troppo impegnati a cercarla per trovarla veramente.
Credo che aiutare chi sta peggio di noi sia importante, ma credo anche che salutare il proprio vicino di casa e vivere in pace con lui sia fondamentale.
Credo che l'uomo sia destinato semplicemente a stare meglio, che i corsi e i ricorsi storici altro non sono che un modo per andare avanti, perché quella lezione non è ancora stata imparata dall'umanità e allora bisogna rifare il giro di giostra.
Credo che il signor B. (+L), il signor M. e il signor B. (-L) e tutti i loro compari dovrebbero andare a lavorare in un call center: lì si che potrebbero utilizzare le loro capacità comunicative per convincere le persone. E allora forse l'economia comincerebbe a girare. Posto che qualcuno abbia ancora i soldi per farla girare 'sta economia.
Credo che ognuno di noi abbia bisogno di trovare dei punti di riferimento, ma credo che essere un punto di riferimento sia una responsabilità che bisogna saper gestire.
Credo che dare sempre colpa alla società sia un modo per deresponsabilizzarci, ma si tratta solo di un boomerang perché la società siamo noi. E non possiamo sfuggire da noi stessi. Possiamo solo rimboccarci le maniche e lavorare per migliorare la situazione.
Credo che guardare negli occhi mia figlia e vedere che anche lei mi guarda nello stesso modo sia il vero significato delle mie giornate, perché a volte le parole non servono. Basta una carezza, un bacino, un sorriso o un abbraccio e sei in pace con il mondo, quindi con te stesso... E questo è impossibile da scrivere o da descrivere.
Credo che pochi riusciranno a capire il senso di questo post, ma credo che il senso di questo post sia principalmente per me: il #100 è il mio. Chi vuole condividere lo faccia, chi non vuole aspetti il #101.
 

2 commenti: