Il tema lanciato a luglio da Snodi Pedagogici è: #PEDAGOGICALERT
"Quali sono le zone oscure dell’educazione?
Quali elementi ci sono nell’educazione e nella pedagogia che, se non vengono valutati, portano l ‘azione educativa ad essere “pericolosa” per chi educa e ch è educato?
Chi sono i cattivi maestri?
Oppure la pedagogia può come disciplina, citando Marguerite Yourcenar, saper guardare nel buio con disobbedienza, ottimismo e avventatezza e scoprire strade inusitate?"
#PEDAGOGICALERT - I lati oscuri dell'educazione
“Quando
vidi costui nel gran diserto..
….tu
se’ lo mio maestro e ‘l mio autore/
Tu
se’ solo colui da cu’ io tolsi/
Lo
bello stilo che m’ha fatto onore.”
(“Commedia”,
If. I - Dante Alighieri)
Non
smetto mai di figurarmi nella mente questa immagine della dantesca
Commedia, quando penso al rapporto educativo: un rapporto che è tale
perché chi viene educato riconosce in chi ha al suo fianco nel
cammino pedagogico-didattico un riferimento, una guida, un
“Virgilio”.
Il
riconoscimento è determinato dalla fiducia, un “profumo”
originato dal bagaglio di conoscenze e abilità che la guida può
trasmettere (“Tu se’ solo colui da cui io tolsi…”) per
perpetuare in modo sempre diverso coscienze le più libere e autonome
possibili: un bagaglio che, come un testimone in una corsa a
staffetta, la “guida” affida al “Dante” di turno (torna la
fiducia…), in modo che lo “smarrito Dante” possa sapersi
orientare nella “selva oscura” e magari uscirne.
Potrebbe,
tuttavia, rimanervi impigliato tra rametti di cipressi di Leyland e
cespugli di Rovi? Potrebbe non uscirne mai più da quel “bosco
senza luce”?
Sì,
ma in un caso: solo quando il “Virgilio” di turno (l’educatore…)
strumentalizza quella fiducia e in realtà affida al “Dante” non
una bussola, ma uno “narcisistico specchietto”, mediante cui
ritrovare solo se stesso e dipendere dal Virgilio senza mai “riveder
le stelle” in modo autonomo e critico.
Quando
un educatore, un maestro, un insegnante non affida al discente gli
strumenti in suo possesso (conoscenze e abilità) per spiccare il
volo, ma per restare impigliato in un rapporto di subalternità e
dipendenza, là il rapporto educativo vortica su se stesso, in una
“specchiata spirale” in cui docente e discente si riflettono per
cercare nell’altro quel qualcosa che dia senso alla propria
esistenza: come Lord Voldermort (cattivo maestro…) ed Harry
Potter nel finale della saga omonima, si lanciano da una finestra nel
vuoto, non per reciproco “affidarsi” consci che una rete ci sarà
a salvare le loro vite, ma per un sussulto di “disperata vitalità”,
che rasenta lo spegnimento di ogni facoltà emotivo-intellettiva fino
al cadere in un abisso senza fine, la perdita di sé, impelagati tra
flutti alti e marosi tumultuosi.
Non al
mare, ma al cielo, dovrebbero mirare discente e docente: come un
acrobata il discente, dopo aver rasentato la terra e respirato l’odor
di segatura dell’arena circense, lascia che l’altro nel sinuoso
volo lo prenda temporaneamente per mano, affinché spicchi il volo,
da solo, da sé…
“E
Montero Primo attaccava a salire la sua tela, ingollando e
ingollando, finché arrivava all’abbraccio del fratello…”1
Si
diventa Lord Voldemort, cattivo maestro, specie quando
l’educatore non ha fatto i conti con sé e cerca un senso in chi ha
di fronte, strumentalizzandolo per alimentare il proprio ego ancora
labile e lacunoso: difficile è essere Montero Secondo, che si fa
temporaneo strumento, provvisoria rampa di lancio, per permettere al
fratello di completare l’acrobatico esercizio.
“Libero, dritto
e sano è tuo arbitrio,
E fallo fora non
fare a suo senno:
perch’io te
sovra te corono e mitrio”.
(“Commedia”,
Pg. XXVII – Virgilio a Dante..)
Così Virgilio si
congeda.
Il suo compito è
terminato: Dante spiccherà il volo e “vedrà le stelle”.
1
“Piazza d’Italia” – Antonio Tabucchi.
L'autore di questo post
PASQUALE NUZZOLESE
Professore di Lettere alla Scuola Secondaria di I grado “Sandro Pertini” di Ponte nelle Alpi (BL), vivo da sei anni tra le “Scogliere di Dio” bellunesi, dopo averne trascorsi ventisei nell’Atene delle Puglie, Trani, terra dove mi sono laureato in Lettere moderne, indirizzo storico-sociale (2005) e ho conseguito l’abilitazione all’insegnamento (SSIS – Puglia, 2008). Ritrarre in “scatti di luce” la realtà (Instagram) e declinarla in 140 caratteri ( Twitter) sono il modo in cui vivo le humanae litterae del XXI secolo.
Tutti i contributi verranno divulgati dai blogger di Snodi Pedagogici, condivisi e commentati sui diversi social e raccolti a questo link
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Labirinti Pedagogici di Alessandro Curti
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I blogging day fanno parte di un progetto culturale organizzato e promosso da Snodi Pedagogici.
Questo avrà termine con l'estate e sfocerà in un'antologia dei contributi che verrà pubblicata sotto forma di ebook, il cui ricavato andrà in beneficenza alla Locanda dei Girasoli
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