domenica 26 agosto 2012

Una lettera a Mamma e Papà


Cara mamma, caro papà,
Sono proprio felice di essere vostro figlio.
Con voi il mondo e la vita mi sembrano belli e gioiosi, non vi cambierei con nessuno al mondo.
Mamma sei la più bella del mondo, papà il più forte e sapiente di tutti. Mi piace tanto passare del tempo con voi, quando siete lì con me e mi date retta, mi ascoltate, mi coccolate, mi fate fare le cose dei grandi, mi preparate il cibo...
Sento talvolta quanto siete presi e occupati nei vostri pensieri e allora, per farvi accorgere che ci sono, ne invento un po' di tutti i colori, almeno poi mi date retta e siete lì con me. Tante cose che vi fanno arrabbiare  però io non le faccio apposta, non me ne accorgo proprio e poi mi dispiace tanto vedervi tristi perchè c'è disordine, mi sporco, urlo, corro, salto sul letto e sul divano... lo so che devo crescere e diventare come voi ma perché, per un momento, non facciamo l'inverso? Voi vivete alla mia altezza, vi mettete in ginocchio bassi, bassi come me e provate a guardare il mondo dal mio livello... Vedrete quante cose cambiano, il pavimento è così vicino che la cosa più ovvia è sdriarcisi su, gli oggetti sono più comodi per terra, le persone riconoscibili  dalle gambe o dalle ginocchia e poi qualcuno può sempre calpestarti se si muove di fretta e tu se lì tra i piedi. Non è che mi lamento, è bello anche vedere le cose da sotto in su, ma l'orizzonte è forse un po' più ristretto del vostro, e i pericoli un po' più vicini e la paure più facili.
tante cose cambiano nel mio mondo, forse se provate mi potrete capire, e la distanza fra noi, che c'è anche se voi non vi accorgete, potrebbe essere ridotta un po'.
Chissà che allora non riusciate a capire anche la paura che mi assale, per voi incomprensibile, di perdervi, di non vedervi più comparire dietro quella porta che si chiude alle vostre spalle a scuola, o quando papà va al lavoro e a me sembra che non torni mai, oppure l'ondata di tristezza che mi viene addosso quando sento nell'aria che qualcosa vi va storto.
Lo so che fate del vostro meglio e che la vita anche per voi è complicata ma io voglio vedervi sereni e aiutarvi, fin dove posso.
Un bacione.

3 commenti:

  1. Come genitori, come educatori, come figli... In ogni relazione come adulti la prima domanda che dobbiamo farci è "come mi sono sentito in questa situazione quando ero figlio?". Nessuno può impostare una relazione d'aiuto se non ha chiaro il suo ruolo di figlio. Perché la prima risonanza che abbiamo è proprio quella che ci riporta al nostro ruolo di figli.
    Ogni educatore dovrebbe sapere che tipo di figlio è stato...

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  2. Mah, scusa se mi permetto, ma questa finta lettera di un figlio a dei genitori immaginari, mi sembre essere piuttosto superata dalla realtà dei fatti. Il 50% delle famiglie attuali è composta da un solo genitore, generalmente la madre. Le statistiche ci dicono che il 50% dei matrimoni si rompe dopo due anni dall'avvenuto matrimonio. Inoltre molti bambini, a causa delle difficili condizioni di vita della famiglia vivono parte della giornata con i nonni, quando ci sono. Inoltre la TV è omnipresente con il proprio ruolo di controllo e organizzazione dell'immaginario infantile.Quindi a me questo intervento pare un pò retorico.

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    1. Nessuno nega la realtà sociale di questi tempi (se leggi i miei post precedenti te me puoi rendere conto). Sta di fatto che ogni bambino - che parli con entrambi i genitori, con uno solo, con i nonni, con i genitori adottivi, affidatari o con gli educatori della comunità in cui è inserito - potrebbe esprimere questi concetti. L'intervento, anche se basato su una lettera ovviamente ipotetica indirizzata a qualsiasi adulto si prenda cura di un bambino - vuole semplicemente ricordare che il mondo visto dai cuccioli è differente da quello che noi vediamo come adulti.
      Mi dispiace se per te si tratta di un "intervento retorico", per me - come educatore e come padre - non lo è. Quando ho letto questo messaggio ho pensato a tutte le volte che mi arrabbio con mia figlia perché lascia per terra i suoi giochi (con il rischio che io ci inciampi) o a tutte le volte che con i miei bambini fatico a comprendere il loro punto di vista.
      Comunque apprezzo la tua critica (esposta con educazione e con competenza) e ti chiedo: come cambiesresti questo messaggio alla luce di ciò che aggiungi? Hai voglia di metterti nei panni del bambino che descrivi e provare a scrivere una lettera?

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